CAVA BOMBA CINTO EUGANEO

Ultima modifica: 24 Ottobre 2020

Presso il  MUSEO GEOPALEONTOLOGICO DI CAVA BOMBA a Conto Euganeo (Pd) Il 4 settembre si è tenuta l’inaugurazione della nuova gestione del Museo, una sinergia tra il Comune di Cinto Euganeo e la Provincia di Padova che ne detiene la proprietà.

Il Museo paleontologico, inserito nello splendido contesto di Cava Bomba, merita sicuramente una visita per l’apprezzabile e ricca collezioni di fossili. E consigliata anche una passeggiata per apprezzare, non solo la struttura dell’antica fornace di calce ma anche per scoprire le bellezze geologiche dell’area.

Di seguito qualche nota di approfondimento.

Nel 1962 venne istituito il Consorzio per la Valorizzazione dei Colli Euganei,

Nel periodo compreso tra il 1977 e il 1979 il Consorzio elabora un progetto museale per il territorio euganeo e quindi istituisce, ai sensi delle normative regionali in materia, il Museo dei Colli Euganei, comprendente tre sezioni: naturalistica, etnografica, storico archeologica.

Il complesso Museale risultò così articolato nelle varie sedi, tutte di proprietà del Consorzio.

Sezione naturalistica

-Cava Bomba (Cinto Euganeo). Geologia, paleontologia e mineralogia del territorio. In questa sede, in considerazione dell’interesse storico della struttura, venne previsto anche un percorso per la documentazione dell’antica fornace da calce collegata alla cava che forniva la materia prima, il calcare. Il museo presenta quindi anche un aspetto importante di archeologia industriale.

 

La scoperta dei pesci fossili a Cava Bomba

La grande avventura di Cava Bomba cominciò nel 1974 e vide come primi protagonisti tre amici appassionati ricercatori di fossili. Essi erano il pittore e naturalista estense Delmo Veronese, Luigi Ravarotto, artigiano-artista del legno di Cinto Euganeo, e lo scrivente Franco Colombara, a quel tempo ancora studente universitario.

Nella cava di calcare Cava Bomba di Cinto, Luigi Ravarotto aveva rinvenuto interessanti reperti fossili riferibili a pesci e numerose concrezioni minerali gialle e lucenti di pirite Nella cava, i lavori di sbancamento per l’estrazione del calcare hanno portato alla luce una serie di strati – il giacimento fossilifero – di marna argillosa scura intercalata alle stratificazioni calcaree del Cretaceo Superiore.

Il giacimento presentava in origine una forma lenticolare con dimensioni di circa 4 m di potenza e una quarantina di metri di estensione. Fortunatamente il materiale non era adatto per la fabbricazione del cemento e pertanto la lente non è stata sbancata ed è rimasta isolata dal fronte cava. Gli strati marnosi scuri costituiscono il top della formazione Scaglia Variegata Alpina (al tempo dello scavo la formazione era denominata Biancone).

 

La fauna comprende 23 specie divise in 21 generi e 18 famiglie. Lo studio dei reperti ha permesso di acquisire nuove conoscenze sulle ittiofaune cretacee. Sono state fatte nuove descrizioni anatomiche e deduzioni evolutive, è stata scoperta una specie nuova per la scienza e si sono stabilite importanti correlazioni con altre ittiofaune della stessa età.

 

L’ittiofauna fossile risulta principalmente di ambiente pelagico (squali, Protospyraena, Tselfatia), ma comprende anche forme bentoniche (i pesci conchigliofaghi), altre caratteristiche della scogliera corallina (Palaeobalistum), altre ancora di ambienti di mare profondo (Paravinciguerria, Protostomias).

 

Nel giacimento di Cinto Euganeo sono stati rinvenuti anche reperti di piante fossili.

Si tratta di resti di piante continentali, principalmente piccole conifere arbustive primitive, e rare impronte fogliari di latifoglie

La Stratigrafia internazionale ha pertanto istituito ufficialmente l’unità stratigrafica Livello Bonarelli;

il nome venne attribuito in onore allo scienziato che per primo aveva scoperto e descritto il livello in discorso. Il giacimento di Cinto Euganeo è compreso nel Livello Bonarelli.

Il primo reperto significativo scoperto a Cava Bomba nel 1974. Lorenzo Sorbini (1976) ha determinato l’esemplare come Tselfatia formosa Arambourg, nella recente revisione di Amalfitano e altri (2020) la specie viene attribuita Dixonanogmius dalmatius (Bardack & Teller-Marshall, 1980), scala della barra pari a 100 mm (da Amalfitano e altri).

 

Tselfatia formosa Arambourg, 1943; Cava Bomba (Cinto Euganeo), scala della barra pari a 50 mm (da Amalfitano e altri).

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