SIGEA NORD-EST: Pietro Zangheri – Presidente Sigea Sezione NE

Ultima modifica: 24 Ottobre 2020

Dopo la tempesta Vaia dell’ottobre 2018, dopo l’alluvione a Venezia del novembre scorso, dopo le frane e il dissesto geo-idrologico degli anni precedenti, in Veneto come altrove si risponde con logiche di Protezione Civile prevalentemente di soccorso e interventi di ripristino dello stato dei luoghi. Ogni volta uno “stato di crisi”, certo in molti casi indispensabile; basta questo per evitare che gli effetti al suolo del prossimo evento atmosferico non si ripetano o addirittura non siano più gravi?Passata l’ennesima emergenza, ricevuti i contributi economici richiesti per risanare i danni subiti, si esce più maturi e consapevoli dell’urgenza di sanare lo stato di “salute” dei paesaggi regionali, del territorio? Si diviene più coscienti della necessità di passare da una pur lodevole ed efficiente capacità di Protezione Civile intesa come soccorso e ricostruzione a una logica di previsione e prevenzione? Esiste una reale cultura della cura del territorio, della tutela dell’ambiente e della vita che esso ospita?
Si costruiscono e attivano politiche ecosistemiche e prospettiche, veramente innovative, per la manutenzione e rigenerazione dei luoghi?

Domande che per non essere retoriche necessitano di risposte di lungo periodo e di politiche che trasformino gli investimenti pubblici in un volano per investimenti privati nella rigenerazione del territorio e delle infrastrutture.

Il Veneto, come puntualmente ricorda Ispra nei suoirapporti, da molti anni è la regione più cementificata d’Italia – oltre 1600 ettari di suolo naturale impermeabilizzati solo negli ultimi 2 anni; nel contempo gli uffici regionali preposti alla salvaguardia geologica si assottigliano, rischiando l’estinzione.

E’ essenziale rovesciare radicalmente il nostro sguardo e costruire, cooperando,piattaforme interscalari abilitanti capaci di leggere le trasformazioni complesse e articolate del territorio offrendo le utili chiavi di letture per interpretare il futuro realizzando gli interventi strategici necessari per la sua valorizzazione. Le politiche ambientali non sono né di destra né di sinistra: devono essere realizzate per il bene di tutti, possibilmente da persone sempre più qualificate e motivate, per quelli che ci sono oggi e per quelli che verranno domani.

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